Rebuild of Evangelion

Rewriting of Evangelion - Requiem

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view post Posted on 3/1/2013, 11:50
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Tabris

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Ok, la volevate? Eccovi la terza parte della mia saga. Spero che vi piacerà, ma sappiate che se troverete difetti o cose orribili (come qualità) la colpa non è mia, ma della Seele, che si è introdotta nel mio PC e ha modificato i testi (temendo che la mia fantasia potesse aver indovinato alcuni loro segreti :sasa: )

REQUIEM

1° CAPITOLO
Il tunnel era piuttosto largo e buio, le pareti umide e piene d’infiltrazioni d’acqua, mentre grosse pozzanghere occupavano quasi interamente il pavimento in cemento armato.
Una leggera nebbia era nell’aria e sembrava un predatore in attesa della sua preda, ossia l’uomo con indosso una tuta nera, uno zaino e il volto coperto da un passamontagna, che si aggirava all’interno della galleria ormai abbandonata.
Non aveva una torcia, bensì un visore a infrarossi, che ai suoi occhi faceva apparire il mondo attraverso una lente rossa.
All’interno del visore era inserita anche una mappa digitale del luogo, e a un certo punto dentro tale mappa cominciò a pulsare un puntino rosso.
L’uomo tirò fuori dallo zaino un fucile spara-rampini e mirò verso l’alto.
I rumori lievi dello sparo e del rampino che si attaccava a qualcosa rimbombarono nel vuoto della galleria.
Al suo gancio era attaccata una corda piuttosto sottile, che adesso penzolava davanti a lui.
Lo sconosciuto, grazie a dei guanti muniti di ventose, riuscì ad arrampicarcisi senza problemi, fino ad arrivare al punto dove si era agganciato il rampino, una grata bianca che fungeva da termine per un condotto verticale, stretto ma non troppo.
Con una boccetta d’acido, lo sconosciuto sciolse la serratura della grata, che si aprì verso il basso.
Stavolta dallo zaino furono tirate fuori quattro grosse ventose, due per le mani e due per le ginocchia.
Grazie ad esse, l’uomo poté lasciare la corda e infilarsi nel condotto, restando poi attaccato alle sue pareti interne.
In caso di fallimento lo avrebbe atteso un volo di almeno venti metri, forse non letale ma certamente doloroso, e la galleria abbandonata sottostante, usata in passato per i lavori di costruzione di quel quartiere generale sotterraneo, non era certo il luogo migliore dove rompersi una gamba.
Dopo qualche minuto di arrampicata in stile uomo ragno, finalmente fu in vista l’uscita del condotto, chiusa da una seconda grata, di colore nero.
Al di là di essa, s’intravedeva un’illuminazione artificiale.
L’arrampicatore si fermò a un metro di distanza, usando le ventose delle ginocchia come perno, riuscì ad appoggiarsi con la schiena alla parete dietro di lui e si liberò le mani lasciando attaccate le ventose a quella davanti.
Grazie al visore, vedeva la protezione della grata, consistente in un reticolo di laser invisibili in condizioni normali, e sapeva anche che quei laser non erano come quelli dei musei, che fanno solo scattare gli allarmi.
Quei laser, oltre a questo, tagliavano anche, di netto: un oggetto solido che vi fosse passato attraverso si sarebbe trasformato in tanti pezzettini simili a coriandoli.
Per questo l’intruso tirò fuori dallo zaino prima un oggetto di forma cilindrica, così piccolo da poter stare nel palmo della mano, e poi una bacchetta, anche’essa molto sottile.
Sulla sommità della bacchetta lo sconosciuto inserì il cilindretto, poi premette un minuscolo pulsante del primo oggetto, che iniziò silenziosamente ad allungarsi verso l’alto.
La bacchetta si rivelò essere un’asta telescopica, che raggiunse il reticolato e lo superò passando attraverso i suoi piccolissimi spazi vuoti, fermandosi infine alle soglie della grata.
L’uomo premette un altro pulsante, sul suo visore, e la sua visuale cambiò a metà, diventando sulla destra come quella di uno schermo televisivo, affiancato alle immagini dell’infrarosso: il cilindretto era una minitelecamera.
Le immagini a destra mostravano un corridoio, ricoperto interamente da lastre di marmo nero, mentre le luci erano in fila sul soffitto.
Ma se le informazioni ricevute erano esatte, in quelle luci erano mimetizzate anche delle telecamere di sorveglianza.
Grazie ad un magnete inserito, il cilindretto rimase attaccato alla grata quando l’asta rientrò.
L’intruso la rimise a posto ed estrasse dal suo zaino un congegno rettangolare con sopra un pulsante e un display.
Fissò l’oggetto alla parete, attivandolo, e sul display apparve la scritta ‘3:00’, che iniziò a diminuire.
L’uomo riprese le ventose delle mani, dopo aver preso da un taschino quella che sembrava una piccola bomboletta spray.
Quando il conto alla rovescia terminò, il congegno sulla parete emise un lieve bip, e contemporaneamente nella mente dell’uomo scattò l’ordine di partenza.
Si arrampicò velocemente, raggiunta la grata spruzzò sui suoi bordi il contenuto della bomboletta, ed essi sfrigolarono per un istante. L’acido usato non emetteva fumo, poiché nei corridoi c’erano sensori antincendio molto sensibili.
Con la spinta del braccio, l’intruso aprì la grata ed entrò nel corridoio, richiuse la griglia e si appoggiò a una parete.
Batté per tre volte su un punto del muro, che si aprì scorrendo di lato e rivelando la presenza di una stanza.
“Uff, i cari, vecchi stanzini per le pulizie, non mancano mai”, commentò l’uomo togliendosi il passamontagna quando la porta scorrevole si richiuse: era Rioji Kaji.
Non poté non notare che persino l’ingresso di quello stanzino era mimetizzato e con un’apertura particolare, quindi chissà quanto erano protetti i punti importanti di quel luogo.
Guardò l’orologio: non doveva perdere altro tempo.
Il detonatore elettromagnetico che aveva attaccato al muro aveva emesso un ridotto impulso energetico capace di far cortocircuitare i sistemi elettronici nel raggio di cinque metri.
Però l’effetto era breve e dopo quattro minuti tutto ricominciava a funzionare come prima, inclusa la telecamera che sapeva essere stata nascosta anche in quello stanzino.
Nel caso delle telecamere, l’impulso era stato calibrato, chissà con quali calcoli, in modo da bloccare l’immagine fino a quando non finiva l’effetto: la versione aggiornata del classico trucchetto della foto piazzata davanti all’obiettivo.
Ed era una versione realizzata da una cellula dei servizi segreti della Nerv, formata e comandata esclusivamente da Gendo Ikari.
Quest’ultimo d’altronde era l’unico che poteva procurarsi la fedeltà assoluta della migliore scienziata Nerv, Ritsuko Akagi, a sua volta l’unica in grado di penetrare nei computer della Seele senza lasciare traccia, e procurandosi così gli schemi tecnici completi, e segretissimi, della base di coloro che nell’ombra comandavano il mondo.
La Nerv si era ormai ribellata al suo creatore.
Ma nonostante questo, restava sempre creatura, quindi non poteva fare tutto.

****
“Lei è davvero sicuro che dietro a tutto ci sia la Seele?”
Alla domanda di Rioji, Gendo non si scompose.
“Non ho detto questo. Io non penso che si tratti di un piano alternativo di quei vecchi, perché nulla di simile è contemplato nelle Pergamene del Mar Morto. I vecchi smetterebbero persino di respirare se ciò fosse indicato in quei rotoli. Perciò c’è il rischio che ci sia un terzo giocatore”.
“E allora cosa c’entra la Seele?”
“La Seele non è l’organizzatrice dell’eventuale terzo piano, però potrebbe essere all’origine di chi l’ha organizzato. Difficilmente a questo mondo può esistere qualcosa di segreto senza che quei vecchi ne sappiano almeno qualcosa. Dobbiamo scoprire se c’è e di cosa si tratta”.
Kaji si accese una sigaretta. “Quella Mari Makinami non ha detto nulla?”
“Non credo sia affidabile. Ha detto di essere sola, e di non avere alcuna memoria delle sue origini, quindi di non saper neppure spiegare le sue capacità. Le ha e basta. Ha passato l’infanzia in un orfanotrofio in America, poi ne è uscita e si è fatta una vita in Giappone. Tiene al Fourth Children perché le sta molto simpatica. Forse dice la verità o forse no. Lei mi ha assicurato che le cose stanno così. Anche il test della macchina della verità le dà ragione. Ma può funzionare su un simile soggetto? All’orfanotrofio confermano di averla trovata nel 2005 che vagabondava per le strade. Insomma, non c’è nulla che vada oltre il mero sospetto”.
“E in quali computer della Seele sarebbe, forse, la risposta definitiva sull’effettiva presenza di un terzo giocatore?”
“Non in quelli normali”, rispose Gendo alzandosi e andando ad ammirare il panorama del Geo-Front dalle pareti-finestre del suo ufficio.
Quell’azione sorprese Kaji, dato che il comandante sembrava capace di parlare solo stando seduto con le mani intrecciate davanti alla bocca.
“Ti sto per rivelare un segreto, Kaji. Devi sapere che nella base principale della Seele esiste una zona segreta, posta al centro, che si può considerare come il suo cuore. Neppure io l’ho mai vista. D’altronde la Seele mi ha fatto venire nella sua sede solo una volta, per sancire l’alleanza. Ed è già tanto, perché per Fuyutsuki non è stato così, fummo io e Yui a garantire per lui. Ma sto divagando. Dicevo, quella zona è segreta, ed io ne so l’esistenza perché me ne parlò Yui tanti anni fa, raccomandandosi di non dirlo a nessuno. La Seele, infatti, non vuole neppure che si sappia dell’esistenza di tale sezione. A lei fu permesso di visitarla una sola volta, perché i vecchi le fecero vedere le Pergamene del Mar Morto, in modo da ottenerne la fedeltà. Tuttavia Yui non poté fornirmi dettagli sull’ubicazione perché fu bendata durante il tragitto”.
Gendo si girò e scrutò Kaji.
“Lì sono custoditi i veri segreti della Seele”, riprese il comandante. “Gli altri segreti, quelli che noi conosciamo, sono informazioni che i vecchi sono disposti a condividere con pochi altri, a determinate condizioni. I segreti di quella zona, invece, solo la Seele li deve conoscere. Quindi se i nostri creatori c’entrano qualcosa con le origini di Mari Makinami, la risposta è in quella sezione. Tuttavia non è possibile accedervi con gli strumenti moderni, è del tutto isolata. E’ necessaria un’incursione vecchio stile”.
“E avete pensato a me perché sono la vostra spia migliore”, continuò Kaji.
“Esatto. Tu hai dimestichezza con la Seele, perciò sai come muoverti nel loro territorio. Accetti?”
“E’ una domanda retorica?”
“Ovviamente”.
“Lei mi conosce bene, comandante. Sa che il mio desiderio di conoscere la verità è tale che sono pronto a sfidare anche l’ignoto”.
“Precisamente. Stiamo già approntando tutto il necessario per farti entrare di nascosto nel quartier generale della Seele. Ricorda che il tragitto lo conosciamo solo fino ad un certo punto. Dopo dovrai arrangiarti”.
“Sono abituato ad arrangiarmi”, rispose prontamente Kaji andandosene.
Gendo lo osservò uscire, poi andò a sedersi alla sua scrivania.
“Ti conosco bene, Kaji”, pensò rimettendosi nella sua posa classica. “Così come ti conoscono bene quelli della Seele. Quindi, se ti scopriranno, sarà facile incolparti dicendo che hai agito di testa tua”.


****
“Il comandante mi userà come capro espiatorio nel caso qualcosa vada storto. Però la posta in gioco vale l’essere sfruttati”, considerò Kaji rammentando la discussione avuta con Gendo Ikari il giorno dopo la battaglia col 14° Angelo. In quel momento, con le ventose si arrampicava sul soffitto dello stanzino.
Mimetizzata, c’era una nuova grata che portava a un condotto per l’aerazione.
“Un altro classico immancabile”.
Sapeva che anche in quella griglia c’era il reticolato laser, disattivato dall’impulso elettromagnetico.
Con l’acido la aprì ed entrò, richiudendola pochi attimi dopo che l’effetto elettromagnetico cessasse.
Ora però veniva la parte più difficile: senza avere una meta precisa, avrebbe dovuto girare per i condotti d’aerazione alla ricerca della misteriosa sezione segreta.
Inoltre sapeva che anche nei condotti c’erano laser e telecamere, entrambe coprivano tratti di dieci metri, intervallati da un metro libero nel quale lui avrebbe potuto rannicchiarsi quando doveva fermarsi.
Si era portato una bella scorta di emettitori elettromagnetici, però doveva pure fare attenzione a non esaurirli tutti, altrimenti non avrebbe potuto tornare indietro.
“Davvero una bella comodità”, mormorò cominciando la sua lenta avanzata a intervalli di quattro minuti.

****

“Entri l’imputata!”, ordinò una rossa figura incappucciata in piedi su un alto scranno.
Una porta si aprì, e apparve un’altra figura incappucciata, di colore marrone, che s’inginocchiò davanti alla prima.
“Eccomi al tuo giudizio”, dichiarò.
“Sorella, ti sei macchiata di gesti altamente sconsiderati. Ti rendi conto che ti sei fatta scoprire dal ribelle e hai rischiato di farci scoprire dai padri?”, accusò la figura rossa.
“Chiedo perdono, fratello maggiore. Però è proprio per tutelare i vostri piani che ho agito in quel modo. I piloti di Evangelion sono necessari per sconfiggere gli angeli”.
“Per la Nerv, i piloti degli Evangelion sono sostituibili in continuazione. Non era necessario salvare quella ragazza”.
La persona accusata non seppe cosa rispondere.

Fuori dalla porta, due ragazze, molto belle e formose, discutevano tra di loro.
Indossavano tutte lo stesso abito: giacca rossa con gonna, body nero, stivaletti marroni e lunghe calze nere che arrivavano poco sopra le ginocchia, lasciando scoperte le cosce.
Inoltre, avevano entrambe gli occhi di colore rosso sangue.
“Lucifer, secondo te cosa le farà?”, domandò una delle ragazze, con lunghi capelli castani, che sembrava piuttosto in apprensione.
L’altra aveva i capelli neri, lunghi e lisci, e rispose scostandosene altezzosa una ciocca: “Tsk. Sicuramente la punirà duramente. Magari distruggendo il 40% della sua materia cerebrale. Anche se detto tra noi, Mammon, dubito che quella lì abbia abbastanza cervello. Certo io ne ho più di tutti”.
“Non dire così della sorellona. Viene subito dopo il fratellone. Merita rispetto. Certo che sono lì dentro già da un po’. Sono un po’ preoccupata per lei. E’ cosi meritevole. Gliene starà dicendo di tutti i…”
La porta si aprì all’improvviso, facendole sobbalzare entrambe.
La figura marrone uscì con passo calmo e si tolse il cappuccio, squadrandole, poi il suo sguardo si addolcì un po’ osservando Mammon.
Quest’ultima la abbracciò. “Sorellona! Stai bene?”
L’interpellata le accarezzò la testa, per poi rivolgersi a Lucifer. “Dov’è Asmodeus?”
“E’ andata a fare un lavoretto di spionaggio”, spiegò annoiata.
“Un lavoretto di spionaggio? Vuoi dire che…”
“Si! Asmodeus forse oggi perderà la verginità con un bel tipo!”
“E tu, sorellona, com’è andata?”, insistette Mammon.
“Una semplice lavata di capo. Siamo ad un passo dalla meta ed è necessario l’appoggio di tutte. D’altronde io il mio lavoro lo faccio, e lo faccio da anni, al contrario di qualcun altro entrato in azione solo da pochi mesi”.
“Tu sei bravissima, però anche il nostro lavoro è di qualità”, rispose Lucifer.
“Il fratello maggiore è tornato al suo teatro”, comunicò infine la sorella assolta prima di svanire.

Mari Makinami aprì gli occhi.
Era ancora nella sua cella improvvisata, bloccata su quella croce.
“Dunque non sono riuscita a convincerlo. Ha mandato qualcuno lo stesso. Poveretto”, pensò mestamente.

****

Nel suo ufficio il comandante Ikari insieme al suo vice, Fuyutsuki, leggeva dei documenti arrivatigli tramite un computer portatile.
“Allora è questo il segreto che riguarda Mari Makinami”, commentò Fuyutsuki.
Gendo annuì. “Esattamente. Quella ragazza è l’unica superstite del progetto Adamiti, sviluppato dalla Seele insieme al progetto Eva”.
Fuyutsuki lesse con grande interesse quegli appunti. “A quanto pare nel 2001 la Seele avviò un programma per creare degli esseri umani potenziati, adatti a pilotare gli Evangelion. I piloti nati normalmente erano considerati troppo difficili da trovare, quindi si ritenne una cosa migliore crearli su misura. Questo li avrebbe resi più capaci e controllabili, esseri umani con capacità fisiche e intellettive nettamente superiori a quelle di qualunque persona normale. Quei vecchi sostengono che non si deve creare un dio, ma poi non perdono l’occasione per giocare a quel ruolo”.
“Hai ragione", assentì Gendo per poi riprendere la lettura. "Questi esseri andavano creati ingravidando donne selezionate con un seme modificato geneticamente e creato prelevando campioni organici da altri individui selezionati. Entrambi i genitori biologici erano inconsapevoli di appartenere a un esperimento della Seele, questo per non creare troppi testimoni”.
Fuyutsuki sospirò. “Chissà a quante madri hanno mentito, dicendo che i loro figli e figlie erano morti, mentre invece li aveva prelevati la Seele per allevarli come cavie da laboratorio. E chissà quanti padri inconsapevoli ci sono nel mondo.
Ma anche la Seele risente dei limiti della tecnologia. Quindi, mentre noi al Gheirn ammucchiavamo Eva fallimentari uno sull’altro, loro invece ammassavano individui sfigurati geneticamente. La maggior parte dei bimbi non sopravvisse che pochi mesi, alcuni riuscirono a crescere ma col passare del tempo mostrarono segni di squilibrio mentale e impazzirono. Mentre altri ebbero un'incredibile crescita fisica, accompagnata però da scarsissimo sviluppo dell’intelligenza: ragazzi alti almeno due metri, che avevano sviluppato in modo naturale un fisico da culturista, ma con la mente di un infante. Altri ancora ebbero un corretto sviluppo intellettivo ma anche un corpo troppo debole e malaticcio. Su tutti questi soggetti ritenuti ‘fallimentari’, gli scienziati della Seele eseguirono diversi esperimenti per capire cosa non andasse. Mio Dio, che orrore!”
“Però”, aggiunse Gendo, “un gruppo di questi adamiti sembrò mostrarsi all’altezza delle aspettative. Erano otto ragazze e un maschio. Eccellente sviluppo fisico unito ad un eccellente sviluppo mentale. Sembrava fatta. Li sottoposero anche a una crescita accelerata in modo da averli pronti per il 2015. E anche qui tutto andò liscio”.
“Per questo”, osservò Fuyutsuki, “quella Makinami risulta di almeno quattro anni più grande dei nostri Children”.
“Ma nel 2005”, continuò il comandante Ikari, “un incendio distrusse l’istituto dove gli adamiti erano custoditi. Degli esemplari riusciti, non sopravvisse nessuno, anche se furono ritrovati e identificati otto corpi, sette femmine e il maschio. Di quelli non riusciti, rimase un gruppo di forzuti minorati”.
“Quindi l’ottava femmina scomparsa è la nostra ospite”.
“Così sembra, e sembra davvero che sia l’ultima in circolazione. D’altronde qui c’è scritto che i forzuti sono morti sei mesi fa, uccidendosi a vicenda in preda ad un raptus di follia”.
“Allora di adamiti è rimasta solo lei, anche perché l’incendio all’istituto diede il colpo di grazia all’intero progetto. La Seele, infatti, stanca di perdere tempo e risorse in un progetto che aveva dato più fallimenti che successi, sospese tutto. Si dedicò alla ricerca di piloti tra le persone normali, soggetti più rari ma anche più stabili e meno dispendiosi”.
Gendo sembrò soddisfatto. “Molto bene. Kaji ha compiuto la sua missione, si è intrufolato in un supercomputer interno della Seele, irraggiungibile anche dai Magi perché all’occorrenza scollegato dalla rete mondiale, e ha trovato tutte queste informazioni”.
“Che ne è di Kaji?”
“La Seele lo aveva scoperto e lo stavano inseguendo. Ha fatto appena in tempo a mandarmi queste informazioni. Penso che ormai sia morto”.
“Poveraccio. In fondo era un bravo ragazzo”. Fuyutsuki appariva davvero dispiaciuto.
“Ora devo cominciare a prepararmi per l’incontro che il presidente Keel mi chiederà sicuramente domani. Sospetterà subito che Kaji era in missione per conto mio. Quel vecchio è davvero prevedibile”, concluse Gendo.

Kaji non riusciva a muoversi.
Era steso per terra, sul pavimento di una casa diroccata e abbandonata da chissà quanto tempo, ed era legato come un salame e imbavagliato.
Chi l’aveva legato era stato molto abile, e il colpevole era una ragazza bionda, più o meno dell’età dei Children, con i capelli biondi raccolti in due lunghe code ai lati della testa.
Indossava uno strano saio nero.
La misteriosa ragazza chiuse il computer portatile col quale Kaji aveva cercato di trasmettere le sue informazioni al comandante Ikari.
La spia della Nerv c’era riuscita, era riuscita ad accedere al cuore della base della Seele: un immenso cubo nero situato dentro una gigantesca grotta sotterranea, grande la metà del Geo-Front.
Il cubo era completamente isolato, perché incredibili generatori magnetici lo tenevano sospeso a mezz’aria.
L’accesso avveniva tramite veicoli volanti, dei piccoli aerei ad atterraggio e decollo verticali, che andavano e venivano da una piattaforma retrattile posta su una parete del cubo.
Kaji viaggiando nei condotti di aerazione aveva raggiunto l’hangar delle navette, ma purtroppo era stato scoperto mentre cercava di salire su una di esse.
Grazie ad una bomba fumogena era sfuggito alle guardie nascondendosi di nuovo nei condotti di aerazione, e facendo il percorso inverso era persino riuscito ad uscire dalla base della Seele.
Aveva raggiunto quella casa per comunicare le poche cose scoperte a Ikari.
Il tempo di attivare il portatile, di inserire il suo codice, scritto e vocale, d’identificazione.
Ed un istante dopo la giovane lo aveva aggredito.
Non poteva essere un caso, chissà da quanto tempo lo aveva pedinato, senza che lui si accorgesse di niente.
Kaji aveva cercato di difendersi, ma era stato steso con un singolo, fulmineo, calcio al viso.
Ripresosi, si era ritrovato legato e ora si chiedeva chi fosse quella misteriosa nemica.
Era forse un super agente della Seele?
Ma in quel caso, perché non lo aveva ancora ucciso?
E soprattutto, come mai aveva spedito lei stessa delle informazioni a Ikari?
Se era al servizio della Seele, così ossessionata dal mantenimento dei suoi segreti, non avrebbe dovuto semplicemente riferire alla Nerv che non aveva scoperto nulla?
La ragazza si voltò verso Kaji. “Mm, quanto sei carino. Davvero eccitante. Non immagini che voglia ho di sbatterti sopra e sotto. Purtroppo non posso farlo. Perché gli uomini dei vecchiacci stanno venendo qui per ucciderti, e questa dovrà essere la versione ufficiale per i vecchiacci: Rioji Kaji, spia della Nerv, tenta una sortita nella loro base, si fa scoprire e viene ucciso senza aver comunicato alcunché. Mentre per Gendo Ikari la versione dovrà essere che ti sei fatto scoprire, hai fatto in tempo a inviargli delle informazioni che confermano e completano la versione di quella scema di Mari. E poi sei stato ucciso. Mi dispiace, sei un tipo molto sexy, ma gli ordini del fratellone non si discutono”.
La ragazza con una mano gli tolse il bavaglio e con l’altra gli strappò le corde con un unico gesto.
Kaji reagì subito dandole alcuni pugni in pieno volto.
La spia della Nerv era un uomo forte, in quei pugni ci mise tutta la sua forza.
Eppure lei incassò senza colpo ferire.
“Ora tocca ad Asmodeus”. Divertita la ragazza prese Kaji per una spalla e sollevandolo come se fosse una bambola, lo mandò a sbattere violentemente contro il soffitto.
Kaji ricadde a terra dolorante.
“Bye”, lo salutò lei saltando agilmente giù da una finestra.
Kaji fece appena in tempo a rialzarsi che decine di uomini armati e in tuta mimetica nera fecero irruzione nella stanza con le armi spianate.
“Misato… mi dispiace”, fece in tempo a pensare l’uomo.
Poi il rumore di raffiche di mitra riempi l’aria della notte.

Asmodeus si allontanava correndo allegramente ad una velocità incredibile.
“Hihihihihi! Mi dispiace solo che dovrò attendere ancora prima di avere un ragazzo!”

Edited by Kiram - 13/1/2013, 12:25
 
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view post Posted on 3/1/2013, 12:55

Sahaquiel

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Grande capitolo, soprattutto per la trama... anche se credo di averla un pò persa quindi lo rileggerò una seconda volta per capirlo meglio xD
Gendo quindi è il "Buono" della situazione visto che già da ora si è ribellato alla Seele o ne vedremo ancora delle belle? E poi... la Seele che sà tutto... devo intrufolarmi per scoprire i segreti del mondo del tipo: Area 51, il vero assassino di Kennedy, il santo graal, dov'è il tesoro dei templari, com'è morto davvero Hadolf Hitler. Dio... ci passerei le ore a scoprire i segreti del mondo :shii:

Comunque come al solito: Ottimo lavoro, continua così e mi raccomando... niente pene a chi canonicamente non ce l'ha... :cry//cry:
 
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view post Posted on 3/1/2013, 13:16
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Tabris

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Grazie, spero che anche i capitoli successivi sapranno soddisfarti. :)
I segreti della Seele... certo, puoi consultarli, basta solo entrare... :shifty:
Gendo è il buono della situazione? Eh, la storia sarà ancora lunga...
Figurati, non potrei mai fare una cosa del genere! :ioio: Specie ad Asuka (e Mari, pure, ovvio).
 
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view post Posted on 3/1/2013, 23:01

Sahaquiel

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Bè l'importante è che mi hai dato il permesso di prendere i dati, con il mio eva 01 entrerò dentro quel posto, distruggo tutto quello che si muove, poi vedendo la mia onnipotenza distruggo anche tutto quello che non si muove, ci rifletto un pò sopra e decido di distruggere anche tutto quello che si muove ma che stà fermo e infine mi godo i segreti rubati alla Seele... e poi li distruggo :muhaha:

Riacquisto la mia serietà e ti chiedo: ma Mari e in grado di connettersi mentalmente a un mondo alternativo nella ff?
 
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view post Posted on 3/1/2013, 23:11
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Tabris

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Attento nel tuo delirio a non distruggere anche Mari e Asuka (e pure Rei, dai, è simpatica quanto un muro :ayanami: , però è un bel muro) e anche Misato e Ritsuko hanno i loro perchè fisici :dance: , e naturalmente canonici, sia chiaro! :ioio:

Riguardo la tua domanda, la risposta è sì. :sisi:
 
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view post Posted on 3/1/2013, 23:56

Sahaquiel

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Bè non credo che verrebbero coinvolte nella mia furia distruttiva mentre distruggo la Seele, il massimo che può capitare è che Gendo faccia una mia statua in oro finissimo all'entrata del dipartimento della nerv con sopra la scritta: "colui che ha fatto in 20 secondi quello che io ho programmato per 10 anni." Potrei trovare problemi nella mia opera se mi assale la ragazza bionda, ma guardiamo in faccia la realtà, sono a bordo di un eva mentre lei è sola ed inoltre è solo una ragazza e di sicuro picchia come tal... gif
 
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view post Posted on 4/1/2013, 00:15
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Tabris

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Eh, se avessi immaginato che avevi tale furia distruttiva, ti avrei avvisato prima che la bionda è l'arma segreta di Gendo! :gendo:
 
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view post Posted on 4/1/2013, 00:18

Sahaquiel

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Kiram... hai fatto uno spoiler, non ci credo :aiut:
 
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view post Posted on 4/1/2013, 09:37
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Tabris

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Eheheh, mi piace stupire. :hiii:
 
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Dilbert1
view post Posted on 10/1/2013, 14:23




e sono sicuro che ci stupirai con il prossimo capitolo!

l'ho dovuto leggere un paio di volte, ma ho la sensazione che questo è solo un antipastino e, che con il prossimo capitolo, metterai molta, ma molta carne sul fuoco!
 
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view post Posted on 10/1/2013, 15:24
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Tabris

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Sull'antipastino hai ragione ;) (ma io non devo dire così: che faccio se creo troppe aspettative e poi il racconto è brutto? :why: ).
Ma la scansione temporale è stata difficile da capire?^^
 
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Dilbert1
view post Posted on 12/1/2013, 11:54




Momento....momento....momento! Allora, scansione temporale? ovviamente ti stai riferendo a quando spieghi il progetto della Seele sugli esseri umani, non è vero?
perchè se cosi non fosse, allora non ho capito una ceppa! :umm:
 
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view post Posted on 12/1/2013, 13:24
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Tabris

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Mi riferisco alla successione degli eventi nel capitolo, veramente^^, dato che hai detto di averlo riletto.
 
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Dilbert1
view post Posted on 13/1/2013, 11:47




allora si! semplicemente ho confuso il termine "scansione temporale" con "salto temporale".
la mia paura era che se c'era un "salto temporale" nel tuo racconto, mi sarei alquanto scocciato nel non essere riuscito a coglierlo, tutto qui. XD

comunque, parlando invece di "scansione temporale" secondo me, il capitolo è scritto molto bene, e non ho avuto difficoltà nel collegare gli eventi che hai descritto.
aspetto il prossimo capitolo!
 
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view post Posted on 13/1/2013, 12:11
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Tabris

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Ah ora capisco, meno male allora. :)
Il nuovo capitolo spero di poterlo pubblicare appena possibile. ;)
 
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63 replies since 3/1/2013, 11:50   469 views
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