Rebuild of Evangelion

Posts written by Kiram

view post Posted: 17/11/2013, 19:23 PLatinum edition...vale la pena? - Anime
Riprendo questo topic per segnalare l'uscita dell'edizione 'ristretta' della Platinum:
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Dai dati raccolti, è un cofanetto con 5 dvd, quindi limitato ai soli episodi TV e senza extra o booklet (e dovrebbero esserci gli episodi 21-24 in doppia versione), il tutto al prezzo di 49,99 euro.
I commenti che ho trovato in generale sono molto positivi, quindi i dvd contengono davvero la super-restaurata edizione Platinum. :)
Sembra però che ci sia un difetto comune a tutte le copie: nella versione director cut dell'episodio 21, se selezionate i sottotitoli+la traduzione dei cartelli, i sottotitoli si sfasano, appaiono troppo prima o troppo tardi rispetto al dialogo-scritta (mentre non c'è problema se mettete solo i sottotitoli, senza i cartelli).
Io su questo difetto posso anche sorvolare, e credo che questo regalo me lo farò proprio (anche se magari attendo qualche promozione^^).
view post Posted: 9/11/2013, 23:36 The news arrivals - Eva Fan Fiction
Grazie. :)
Vabbè, in Evangelion ci sono così tante belle ragazze che non è difficile essere buongustai. :shii:
view post Posted: 9/11/2013, 18:44 The news arrivals - Eva Fan Fiction
Eccovi il nuovo capitolo:

2° PARTE

NEO-TOKYO 3-IL GIORNO DOPO
La stanza era immersa in una semioscurità, solo alcuni fili di luce filtravano dalle tende.
Asuka stava sdraiata a pancia sotto sul suo letto .
Aveva un’espressione del tutto indecifrabile.
“Perché?”, chiedeva a se stessa.
“Perché Michael? Ora che finalmente…”
Non completò la frase, perché sapeva che non c’era spiegazione a quello che era successo. Va sempre così, perdi qualcuno e se chiedi il motivo ti rispondono che sarà stato il destino.
Era incredibile però come il destino avesse giocato con lei: prima le aveva fatto nascere il bisogno di avere un compagno, poi glielo aveva fatto incontrare. Ma il suo compagno era il pilota di un’organizzazione nemica della Nerv, che per salvare lei, i suoi amici, la sua città, aveva deciso di suicidarsi.
E ora era di nuovo sola, quell’esplosione non aveva lasciato traccia di Michael, non c'erano stati cadaveri da seppellire, neanche una lapide commemorativa, avrebbero potuto fargliela perché Asuka, interrogata dagli uomini della Nerv, aveva rivelato il nome del ragazzo e tutto quello che gli aveva detto prima di morire, ma per motivi di sicurezza si era ritenuto che fosse meglio tenere nascosta il più possibile la vicenda.
Quindi la ragazza non aveva nemmeno una tomba su cui piangere.
Ma Asuka aveva pianto poco, quasi niente.
Neanche lei sapeva se il suo non piangere era dovuto all’orgoglio oppure al fatto che si sentiva così svuotata da non averne più la forza.
Adesso non sapeva più cosa fare, non aveva più aspirazioni per il futuro, aveva conosciuto il vero amore, e questo le aveva fatto capire quanto avesse sbagliato fino a quel momento, come avesse inseguito sogni che sembravano importantissimi, e invece erano sciocchezze.
“Se avessimo avuto più tempo, Michael, ci siamo visti solo tre volte, non ho neanche una tua foto. Quante cose avrei voluto dirti ancora…”
I suoi pensieri furono interrotti da un leggero bussare: “Asuka. Posso entrare?”
Era la voce di Shinji.
In altre occasioni Asuka lo avrebbe apostrofato in malo modo, ma in quel momento non le importava più niente di niente. Rispose di sì con un tono incolore.
Shinji entrò, cercando di fare meno rumore possibile, e le andò vicino.
“Asuka, come ti senti?”
Lei non rispose, con lo sguardo sembrava altrove.
“Asuka, perché non vuoi parlarmi?”
Niente.
“Asuka, ti scongiuro, dimmi qualcosa, non fare così”.
Ancora niente.
“Senti Asuka, la signorina Misato mi ha detto tutto. Non arrabbiarti, lo ha fatto per il tuo bene”.
Asuka alzò lo sguardo su di lui ma ancora non parlava.
“Ascoltami Asuka, io… ecco io…”, Shinji esitava perché temeva di dirle involontariamente qualcosa di spiacevole, “io so come ti senti, davvero. Anche se io finora non ho amato nessuno, so cosa significa perdere qualcuno, e so che adesso ti senti svuotata.
Io pure, prima di arrivare in questa città, mi sentivo così. Ero come in una buca, una buca profonda, e guardavo in alto, nella speranza che arrivasse qualcuno a tendermi la mano per farmi uscire. Quel qualcuno per me è stato la signorina Misato, lei mi ha teso la mano, e ha cominciato a farmi uscire. Ma dopo sono arrivati anche Toji, Kensuke, Ayanami e… e tu , Asuka. Anche voi mi avete aiutato, e adesso, anche se in verità non posso proprio definirmi una persona felicissima, non mi sento più vuoto. Ora ho qualcosa in cui credere, ed è solo l’inizio. In me è nata la speranza di poter percorrere tutte le strade. E questo lo devo a voi”.
Asuka lo fissava in silenzio.
“Perciò Asuka, ti prego, permettimi di ricambiare l’aiuto che mi hai dato. Permettimi di tenderti la mano, e di aiutarti a uscire dalla buca in cui sei caduta adesso”.
Shinji le tese la mano.
Passarono dei momenti che sembravano interminabili, i due si fissarono in silenzio.
Dopo un po’ Shinji ritirò la mano, e con espressione afflitta si avviò verso la porta.
“Forse”, riprese voltandosi verso la ragazza, “forse ho esagerato. Non vuoi il mio aiuto perché ritieni che io non possa fare niente per te, vero?”
Shinji fece un sorriso dispiaciuto: “Hai ragione. Io sono solo uno stupido. Come posso sperare di poterti aiutare?”
Detto questo, se ne andò.
Asuka, in silenzio, si avvicinò alla finestra e scrutò fuori restando dietro la tenda. Sussurrò: “Ti sbagli Shinji, ho solo capito che sono io la stupida. Il tuo aiuto… non lo merito”.

QUARTIER GENERALE DELLA NERV-QUATTRO GIORNI DOPO
I tre nuovi piloti erano in arrivo in una sala riunioni della base, dove ad attenderli c’erano Misato, Ritsuko, Rei e Shinji.
Il ragazzo era stato avvertito all’ultimo, e rimase sorpreso che avessero trovato ben tre ragazzi per pilotare gli Eva. Non se la sentiva di lasciare Asuka sola a casa , ma sapeva che la ragazza era in grado di badare a se stessa, e poi anche se fosse rimasto lì, non sarebbe cambiato niente.
Naturalmente le aveva chiesto se voleva venire, ma lei aveva risposto con un nuovo silenzio.
Rei invece non sembrava per niente emozionata all’idea di conoscere dei nuovi colleghi.
Tuttavia il comandante Ikari, prima dell’incontro, l’aveva messa in guardia contro Tang-Po.
Shinji invece non aveva ricevuto simili raccomandazioni.
Comunque Misato gli disse di restare sempre dietro di lei, lui non capì il motivo ma si adeguò.
Quando la porta si aprì, i tre ragazzi entrarono.
Si disposero davanti a loro e Misato parlò per prima: “Allora ragazzi, benvenuti. E’ arrivato il momento delle presentazioni”.
Misato si avvicinò al primo ragazzo a destra e cominciò: “Io sono il maggiore Misato Katsuragi, responsabile delle strategie belliche, e sono il vostro superiore. Il ragazzo davanti a voi è Shinji Ikari, pilota dell’Eva-o1, la ragazza è Rei Ayanami, pilota dell’Eva-00, mentre la donna col camice è la dottoressa Ritsuko Akagi, responsabile del reparto tecnologico”.
Shinji e Ritsuko sorrisero e dissero: “Piacere di conoscervi”. Anche Rei lo disse, ma senza cambiare espressione. Continuò Misato: “I nuovi piloti sono Giovanni Conti, primo da destra, pilota l’Eva-00 Alpha, quello al centro è Jean-Luc Mont, pilota dell’Eva-00 Beta, e infine l’ultimo è Tang-Po, pilota dell’unità 00 Gamma”.
Giovanni sorrise: “Onoratissimo di conoscervi”, disse in un giapponese corretto, anche se con un accento che risentiva della sua origine italiana. Era vestito completamente di nero: scarpe nere, pantalone nero, maglietta nera, cappotto in pelle nera e occhiali neri.
Poteva risultare un pò inquietante, ma aveva una faccia simpatica.
Jean-Luc Mont era vestito in maniera molto elegante, con pantalone grigio, maglietta nera e giacca grigia. Tutte rigorosamente di marca. Anche lui sorrise e disse: “Sono très heureux di fare la vostra conoscenza”.
Dal suo aspetto si capiva che era una persona alquanto raffinata, c’era un che di aristocratico nel suo modo di fare. Tang-Po era l’esatto contrario, vestito in maniera trasandata, con una maglietta bianca molto stropicciata e un pantalone pieno di buchi, masticava della gomma e con un mezzo grugnito disse: “Piacere” o qualcosa di simile. Aveva tutta l’aria di volersi trovare altrove in quel momento, anche se il suo sguardo si spostava ogni tanto su Rei, Misato e Ritsuko. E da quello sguardo era possibile intuire che stesse immaginando cose non proprio pulite.
“Bene, adesso se volete vi faccio vedere la base”, riprese Misato.
“Va bene”, risposero Giovanni e Jean-Luc.
Tang-Po non disse niente, ma il suo sguardo si era fissato su Rei.
La trovava davvero niente male, era rimasto sorpreso, perché di solito le donne che lavorano nelle organizzazioni militari sono bruttissime.
Invece qui aveva trovato tre ragazze bellissime: Misato e Ritsuko erano troppo grandi per lui, ma questa Rei aveva l’età giusta.
E certo la trovava più interessante delle noiose spiegazioni tecniche, con relativa passeggiata, del maggiore.
Finito il giro della base, Ritsuko si congedò, Misato invece voleva rimanere con i ragazzi, ufficialmente per conoscere meglio i nuovi arrivati, in realtà voleva tenere sotto controllo Tang-Po. La donna aveva notato il modo in cui aveva guardato lei, Ritsuko e adesso Rei, e si era spaventata, perché sguardi del genere era abituata a vederli su persone adulte, non su un ragazzo di quattordici anni.
Dentro l’ascensore che li conduceva alla sala ristorante la donna chiese: “Allora, cosa ve ne sembra ragazzi?”
Giovanni fu il primo a rispondere: “E’ stato un bel giro ”.
Jean-Luc aggiunse: “Ambiente molto interessante ”.
Tang-Po, invece, se ne uscì con un: “Come possono aver cacciato un mucchio di soldi per una stronzata simile?”, pronunciato con tono aspro e convinto.
Scese il silenzio nell’ascensore e Misato fissò seriamente il thailandese.
Giovanni gli replicò: “Ehi, come puoi dire una cosa simile? Queste attrezzature servono alla difesa dell’umanità”.
Tang-Po lo guardò in maniera sprezzante: “Oh scusa santarellino, ti ho forse offeso?”
“Hai qualche problema?”.
“Io no, ma c’è l’avete tu e questi pezzi di merda. Vi mettete a fare gli altruisti, a proteggere un paio di finocchi, in cambio di che cosa? Cosa credete? Che a quelli che hanno costruito questa base gliene freghi qualcosa dell’umanità? Lo hanno fatto solo per salvarsi il culo, niente di più”.

Tang-Po guardò Shinji che se ne stava in un angolino, si avvicinò e gli disse: “Tu, non hai niente da dire?”
“I-io…” Shinji cominciò a tremare, Tang-Po lo spaventava.
“Niente eh? Scommetto che sei un frocetto vero? Quelli come te li riconosco a fiuto”.
Shinji cercò di guardarlo in faccia, si era da un lato offeso perché era stato apostrofato in quel modo, e dall’altro spaventato a causa di questo ragazzo che non mostrava il minimo rispetto per gli altri.
Misato intervenne: “Adesso stai veramente esagerando. Perché non te la vedi con un adulto?”
Gli mise una mano sulla spalla, ma Tang-Po se la scrollò di dosso violentemente e urlò: “Non toccarmi, puttana!”.
Il maggiore stava per rifilargli un paio di schiaffi, ma intervenne Giovanni, il quale aveva imparato a conoscere Tang-Po e sapeva che ormai era sul punto di scoppiare. L’unica cosa che poteva fare era cercare di attirare su di sè la sua attenzione in modo che non se la prendesse con gli altri.
Con tono insieme ironico e di sfida chiese al thailandese: “Gli hai chiesto se è omosessuale perché cerchi qualcuno che ti si faccia?”
In quel momento le porte dell’ascensore si aprirono, Tang-Po si avventò contro Giovanni, lo stese per terra, gli operatori li attorno si voltarono a guardare stupiti quella scena.
Misato, Shinji, Rei e Jean-Luc uscirono dall’ascensore, cercavano di dividerli, ma era difficile avvicinarsi a quei due senza essere colpiti.
Tang-Po sbatté Giovanni contro il muro, l'altro provò a colpirlo con un pugno, ma Tang-Po lo bloccò con il braccio sinistro, e lo colpì al collo col taglio della mano destra.
Poi gli diede due calci al petto, ma Giovanni velocissimo si abbassò e prima lo colpì al fianco con una raffica di pugni del braccio sinistro , e poi gli diede un secondo colpo al viso, che prese in pieno l’osso a giudicare dal rumore che fece.
Tang-Po cadde a terra, la rissa sembrava finita, ma sarebbe finita comunque, visto che arrivarono le guardie e li separarono.


“Non ci posso credere. Ti rendi conto che quel ragazzino mi ha dato della puttana?! E ha pure offeso Shinji!”
Misato si stava lamentando nel suo ufficio con Ritsuko, Rei e Shinji erano tornati alle loro case, Giovanni era in infermeria, niente di grave, solo un grosso livido sul collo, Jean-Luc lo aspettava.
Tang-Po invece era stato chiuso in cella di isolamento, non solo per quella rissa, ma anche perché aveva preso a calci le guardie che cercavano di trattenerlo, e ad una di esse aveva rifilato un calcio in bocca facendogli saltare un dente.
“E’ veramente una cosa grave, in verità me l’aspettavo, ma non già il primo giorno”, commentò Ritsuko.
“E voi avete intenzione di mettere quel tipo alla guida di un Evangelion? Rischia di fare più danni lui che gli Angeli!”
“Di questo non preoccuparti, se dovesse dare di matto mentre è a bordo di un Eva, basterà disconnetterlo”.
“Sono comunque preoccupata. E’ una mina pronta a esplodere. E poi non hai notato in che modo ha guardato me, te e soprattutto Rei? Io quello sguardo l’ho visto solo sui volti dei maiali. Chissà che porcherie si stava immaginando!”
“L’ho notato anche io, ma forse i suoi pensieri non erano così cattivi”, disse la dottoressa con tono non troppo convinto. “Lascia perdere. Io li conosco i tipi come lui. Per uomini del genere la donna in quanto essere umano non esiste, è solo un oggetto per fare sesso”.
“Mi sa che hai ragione, comunque il comandante Ikari ha detto di volerlo vedere. Credo che gli darà una bella strigliata”.
“Stavolta dubito che il comandante potrà avvalersi della sua autorità”.
“Non lo conosci bene”, concluse Ritsuko con un sorriso malizioso.


Shinji e Rei stavano tornando ai loro condomini, e per un breve tratto le loro strade coincidevano.
“Che tipo quel Tang-Po. Mi ha messo paura. E poi come si è permesso di chiamarmi in quel modo?”
“Esistono diversi tipi di uomini, e cercare di dividerli in buoni e cattivi è un concetto elementare creato dall’uomo. Nessuna persona ha solo lati negativi, così come non ne ha di soli positivi. Per questo può anche capitare che una persona, diciamo cattiva, capiti al servizio dei buoni”, disse Rei.
“E’ questo il nostro caso?”
“Sì”.
Shinji fissò Rei: “Però avere una persona, diciamo cattiva, tra i buoni, finirà per ostacolare il lavoro dei buoni”.
“Tang-Po è un tipo difficile, ma in lui vedo più amarezza e disillusione che malvagità. Non voglio certo giustificarlo, ma più che da odiare è da compatire. E così vuoto… privo di valori… come…”
“Ayanami”, disse Shinji con voce preoccupata e fermandosi, “non lo starai mica paragonando a te!?”
“No, io non sono così vuota, o almeno mi piace pensarlo”.
“Non è solo un tuo pensiero, è la realtà. Tu non sei vuota”.
“Crederlo è bello, ma quando mi guardo allo specchio, è questa l’impressione che ho di me stessa”.
“Non dire così, Ayanami, tu sei una ragazza dolcissima, e sei molto più umana di tante persone che sembrano esserlo, ma in realtà non lo sono affatto”.
“Ikari, io…” disse Rei, che all’improvviso si avviò di corsa verso il suo appartamento.
Shinji rimase a guardarla, e solo quando sparì in un vicolo si rese conto di cosa le aveva detto e arrossì, per poi riprendere il cammino verso casa.
Adesso doveva pensare ad Asuka.
Camminando non si accorse che un furgone nero lo seguiva da una distanza di circa sessanta metri.
Dentro c’erano degli uomini in completo nero che parlavano tra loro: “Abbiamo perso una buona occasione”.
“Col cavolo, in questo momento c’erano solo gli obbiettivi A e C. Mancava B. Finché non verranno tutti e tre, non potremo muoverci”.


Rei entrò velocemente nel suo appartamento, e sbatté la porta dietro di sé.
Aveva il fiatone, ma non era dovuto tanto alla corsa, ma a quello che le aveva detto Shinji.
Le aveva detto che lei era una ragazza dolcissima, molto più umana di tanti altri.
Nessuno le aveva mai detto una cosa simile.
Si sentiva una strana sensazione dentro.
E poi perché era scappata? Forse Ikari c’era rimasto male.
Sarebbe voluta tornare indietro da lui, ma la sua mente era occupata da quella strana sensazione che avvertiva.
Cosa poteva essere?
Forse la felicità per quelle parole a lei rivolte per la prima volta?
Chissà.
Rei non sapeva cosa fosse la felicità.
D’improvviso avvertì una presenza.
Non sapeva come perché nella stanza nulla si era mosso e non c’erano stati rumori.
Però sentiva che c’era qualcosa.
Con fare prudente si avvicinò al bagno, vi entrò e non c’era nessuno.
Andò più avanti, verso il letto, si guardò intorno.
Niente.
Restava la cucina, ma anche lì non c’era nulla.
Non c’era niente di strano nel suo appartamento, e anche quella sensazione era sparita.
Ma Rei era sicurissima di aver avvertito la presenza di qualcuno, o di qualcosa.
Dopo un pò si stese sul letto e provò ad addormentarsi.
Ma le rimase un senso di inquietudine.


Shinji rientrò a casa. “Asuka, sono tornato”, annunciò
Silenzio.
Quel silenzio rattristò Shinji.
Asuka si era chiusa in se stessa e ancora non riusciva a riprendersi.
Si pentì di averla lasciata sola.
Andò verso la camera della ragazza, aprì leggermente la porta, ma il letto era vuoto.
“Dove sarà andata?”, si chiese.
All’improvviso sentì un rumore che proveniva dal bagno, sembrava acqua che scorreva.
Shinji si avvicinò cautamente e bussò: “Asuka, sei tu?” “
Sì”, rispose la ragazza.
“Cosa stai facendo?”
Dopo qualche attimo di silenzio, la ragazza chiese: “Shinji, potresti entrare?”
“S-sì”.
Il ragazzo non capiva il perché ma entrò.
Ma quello che vide gli fece prendere un colpo: davanti a lui, girata verso la vasca da bagno che si stava riempendo d’acqua, c’era Asuka completamente nuda.
I suoi vestiti erano buttati in un angolo.
Shinji divenne rosso come un peperone, balbettò: “S-s-scusami”, e stava per andarsene di corsa.
“Aspetta. Perché ti scusi? Sono io che ti ho chiesto di entrare”.
Shinji si fermò, ma le dava comunque le spalle.
“Shinji, voglio che mi guardi”.
“Eeehhhh!?”
“Sì, girati e guardami”.
“M-ma cosa stai dicendo Asuka? S-se vuoi che parliamo, metti i vestiti e…”
“No! Devi guardarmi così!”
Asuka lo prese per un braccio e lo girò.
Shinji davanti a un simile spettacolo divenne ancora più rosso e si sentì il cuore come un tamburo.
“A-Asuka, cosa vuoi fare?”
“Voglio che tu sia sincero: guardandomi, cosa vedi?”
“Ma c-che…”
“Cosa vedi?”
Shinji deglutì e disse: “E-ecco io, io… io… vedo… una b-b-bella ragazza, e…”
“E’ questo il problema. Tu vedi in me una bella ragazza, ma questa è solo esteriorità, in realtà io dentro sono marcia, sono guasta”.
Shinji rimase in silenzio e si sforzò di ascoltare cercando di non guardare il corpo della ragazza.
“Sono solo una stupida Shinji, per tutta la vita ho inseguito solo illusioni, la mia esistenza è una falsità. Pensavo di avere tutto, invece non ho niente. Credevo di avere tutte le risposte e invece non sapevo neanche le domande. Perciò, basta!” “C-cosa vuoi dire con basta?”
“Ho deciso di smetterla Shinji. Ho deciso di uscire dal mondo dei sogni, e di affrontare la realtà.
Basta con i sogni a occhi aperti. Il mio unico scopo nella vita finora è stato pilotare nel miglior modo possibile l’Eva-02, ma adesso non mi importa più.
Lascio la Nerv!”
Shinji rimase di sasso, se da un lato era contento che la sua amica avesse finalmente reagito, dall’altro il pensiero di perderla fu per lui un colpo al cuore.
“C-cosa intendi dire? Asuka…”
“Ho intenzione di ritornare in Germania, e di ricominciare tutto d’accapo. Il tuo aiuto non mi serve Shinji, per il fatto che l’Asuka che volevi aiutare non c’è più.
Ti ringrazio, davvero, ma questa è una sfida con me stessa”.
Shinji avrebbe voluto rispondergli, ma non riuscì a trovare parole.
Con lo sguardo basso, in silenzio, il ragazzo andò in camera sua.
Si stese sul letto, e cominciò a piangere, in silenzio.

Intanto, fuori dal palazzo, il furgone nero che aveva seguito Shinji, era fermo nel parcheggio sottostante.
Gli uomini dentro di esso, con un microfono direzionale, avevano ascoltato la conversazione tra i due ragazzi.
“Accidenti, a quanto pare B vuole andarsene”.
“Dovremo accelerare i tempi”.
view post Posted: 6/11/2013, 19:29 luke..eva dipendente - Presentazioni
Mi dispiace, non mi intendo di queste cose, comunque benvenuto. :)
view post Posted: 16/10/2013, 20:54 Evabridged 1.0 - Eva multimedia
Come l'hanno fatto conoscere a me, io lo faccio conoscere a voi. :muhaha:
www.youtube.com/watch?v=eDXeVbWQSmg
view post Posted: 14/10/2013, 14:17 The news arrivals - Eva Fan Fiction
Grazie, spero che la storia sarà all'altezza delle aspettative^^.
Più forti dello 01? Mm, vedremo... :gendo:

Come fara? Vedrai...
view post Posted: 14/10/2013, 13:49 The news arrivals - Eva Fan Fiction
Con il racconto precedente c'è stato un piccolo equivoco, diciamo un salto in avanti^^. Questo è il racconto giusto, seguito di A boyfriend.

1° PARTE

Erano passate tre settimane dallo scontro a Neo-Tokyo 3 tra gli Eva della Nerv e gli Evangelion creati da Russel McCoy.
I danni inflitti agli Eva erano del tutto riparati, mentre quelli della città erano ancora distanti dalla conclusione.
I resti degli Ev erano stati trasferiti, su ordine del comandante Ikari, in una sezione del Terminal Dogma, ufficialmente per studiarli, in pratica era come se li avessero buttati nelle immondizie.
In città regnava la pace, ma non si poteva dire lo stesso per i piloti della Nerv.
A eccezione di Rei, Shinji era rimasto scosso dalla battaglia, ma soprattutto era in ansia per Asuka.
Già, Asuka.
La signorina Misato gli aveva spiegato, quando il giovane tornò dall'ospedale e dopo avergli fatto promettere di non dire niente a nessuno, la relazione della ragazza con Michael McCoy, il pilota dell'Eva-P.
Shinji rimase di sasso quando lo venne a sapere, aveva capito perché Asuka, nei giorni della battaglia, da triste era diventata felice, e perché, subito dopo lo scontro, si era chiusa in se stessa, mangiava a mala pena, non parlava più, a meno che non fosse chiamata direttamente.
Aveva perfino smesso di chiamarlo stupido.
Invano Shinji aveva cercato di aiutarla, ma Asuka ogni volta rispondeva non urlando, come al solito, ma con un silenzio spettrale, più eloquente di ogni parola.

QUARTIER GENERALE DELLA NERV
"Comunque la vita continua", esclamò Ritsuko controllando alcuni dati su un monitor.
"Facile parlare per te", le rispose Misato. "Asuka aveva trovato finalmente la persona che faceva per lei, e se le vista portare via subito". Le due donne si trovavano nell'ufficio della dottoressa.
Ritsuko all'inizio non aveva capito il rapporto tra Asuka e il pilota nemico, ma notando il cambiamento della ragazza, e collegandolo a quello che aveva visto durante la battaglia, aveva fatto facilmente due più due.
"Capisco le sofferenze di Asuka, ma non dovrebbe farsi abbattere cosi. In questi casi bisogna reagire, lei dovrebbe saperlo meglio di tutti, ma a quanto pare non è forte come sembra".
"Cosa vorresti insinuare?", domandò Misato con tono irritato.
"Calmati, non volevo offenderla". Dopo alcuni momenti di silenzio Misato riprese: "Per aiutare Asuka ci penseremo io e Shinji, anche se so che alla fine dipenderà comunque da lei. Ora parliamo d'altro. HO saputo che tra cinque giorni arriveranno i nuovi piloti con le loro unità Eva". "Esattamente".
"Sono stata informata del loro arrivo solo tre giorni fa, e non ho potuto visionare i loro dati" spiegò Misato con tono di stizza, perché nonostante facesse parte delle alte sfere gerarchiche della Nerv, veniva spesso informata all'ultimo momento delle novità. "Potresti darmi i loro dati?"
"Subito". Ritsuko digitò alcuni comandi, e velocemente sullo schermo apparirono tre schede.
Misato si avvicinò e le fissò restando alle spalle della dottoressa.
Ritsuko cominciò a illustragliele: "Questo è il primo, il Fourth Children, si chiama Giovanni Conti, è nato in Italia l'8 marzo 2001 in una località di nome Praia situata nella zona meridionale di quel paese. Un tipo tranquillo, alquanto perspicace. Però sembra avere un aria inquietante. Pilota l'Eva-00 Alpha".
"Ho sempre trovato strani i nomi europei", commentò il maggiore.
"Lo so, ma di sicuro anche gli europei trovano strani i nomi giapponesi", rispose Ritsuko sorridendo.
"E poi, perché dici inquietante?"
"Be, sembra che vada in giro sempre vestito rigorosamente in nero".
"Lo posso intuire", disse Misato osservando la foto del ragazzo, che indossava appunto un paio di occhiali neri. "Ma almeno sa parlare il giapponese? Oppure…"
Misato si immaginava mentre, durante le battaglie, cercava di comunicare gli ordini a Giovanni tramite gesti.
"Non preoccuparti, lo parla, anche se con accento del suo paese".
"Giustamente. E gli altri?"
"Jean-Luc Mont, Fifth Children, francese, nato a Parigi il 23 aprile 2001. Sembra una persona alquanto raffinata, forse pure un po' snob. E' il pilota dell'Eva-00 Beta".
"Però, stavolta sono gli europei a farla da padroni, Anche lui sa parlare il giapponese vero?"
"Sì, ma ogni tanto inserisce dei termini francesi".
"Cercherò di adattarmi. E l'ultimo?"
"Questo potrebbe essere un problema. Il Sixth Children è un thailandese, si chiama Tang-Po, nato il 22 febbraio 2001, pilota l'Eva-00 Gamma, ed è un vero teppista".
"Teppista?"
"Sì, l'Istituto Marduk l'ha selezionato di recente, ma per la maggior parte della sua vita ha vissuto per strada, vivendo di furti e di aggressioni. Non rispetta le regole, hanno cercato di inculcarli un po' di disciplina, ma basta un niente per farlo esplodere. Sta attenta, se lo fai arrabbiare non si limiterà a insultarti, potrebbe persino aggredirti".
"Che cosa?!", esclamò Misato.
"Sì, conosce le arti marziali, in particolare la Boxe Thailandese, uno degli stili di combattimento più feroci. L'ha imparata vivendo per strada, e non ha problemi a stendere un adulto".
"Mi sto preoccupando".
"Non esagerare. Solo, stai attenta quando gli parli, e se devi rimproverarlo, è meglio se non sei da sola".
"Come hanno potuto prendere un simile elemento?"
"Lo sai, abbiamo bisogno di piloti, e Tang-Po possiede un grande talento, dopotutto".
"Ma da come me l'hai descritto più che un teppista sembra un criminale vero e proprio".
"Ho espresso anche io i miei dubbi al comandante Ikari, dopo aver visionato i dati personali di questo pilota, ma si è limitato a dire che per lui è sufficiente che piloti l'Eva e sconfigga gli Angeli. Per il resto faccia quello che vuole".
"Quindi anche se uccide qualcuno non importa", considerò Misato con un tono di voce che mescolava sarcasmo e preoccupazione.
"Temi che possa prendersela con te?"
"No, anch'io ho ricevuto un addestramento militare, e certo non mi faccio mettere i piedi in testa da un ragazzino. Ma temo quello che potrebbe succedere quando incontrerà gli altri piloti".
"Sembra che Giovanni riesca a tenerlo a bada, mentre Jean-Luc non lo degna di uno sguardo. Lo ritiene un primitivo selvaggio".
"Come?"
"Te l'ho detto che era un po' snob".
"Mah, all'inizio era contenta per l'arrivo di nuovi piloti, perché più siamo e più aumentano le possibilità di vittoria. Ma ora nutro dei dubbi".
"Adesso non drammatizziamo troppo. Dobbiamo mantenere la nostra professionalità. E poi non preoccuparti, i nuovi piloti dovranno passare molto tempo a bordo dei loro Evangelion per fare speciali test".
"Perché speciali?"
"I loro Eva sono dei nuovi prototipi, modelli perfezionati per il combattimento, possiedono nuovi equipaggiamenti, e quindi vogliamo conoscere il meglio possibile le loro reazioni, prima di usarli in combattimento".
"Ah, che vitaccia. Notizie di Kaji?"
"Continui a chiamarlo e non risponde eh?", la stuzzicò la dottoressa.
"Figurati, è semplice curiosità", rispose il maggiore imbarazzata e girandosi dall'altra parte.

STATI UNITI-VILLA DI RUSSEL McCOY
Russel McCoy stava girando per il suo studio privato con fare nervoso. Gocce di sudore gli scendevano lungo le guance. Era chiaramente tesissimo.
La porta si aprì, ed entrò un cameriere: "Signore, scusi se la disturbo, ma Mr. Thoms è arrivato e la sta aspettando in soggiorno".
"Grazie Gregor, puoi andare", rispose McCoy.
Dopo che il cameriere se ne andò, l'uomo si appoggiò con le mani sulla scrivania, fece un forte respiro e disse a se stesso: "Non è stata colpa mia! Non è stata colpa mia!"
Detto questo andò in soggiorno.
Nel bellissimo soggiorno, illuminato da grandi finestre, stava aspettando, seduto su una comoda poltrona in pelle, un distinto uomo in giacca e cravatta, sulla trentina.
McCoy gli si avvicinò, porse la mano e disse: "Piacere di rivederla Mr. Thoms".
"Oh, il piacere è tutto mio", rispose il giovane uomo con tono sicuro.
"Posso offrirle da bere?"
"No, grazie"
"Come vuole. Io però ho bisogno di bere qualcosa".
McCoy andò vicino a un mobile, aprì una piccola credenza con dentro diverse bottiglie e bicchieri e si versò dentro uno dei bicchieri più grandi un buona dose di bourbon.
Fatto questo, andò a sedersi davanti a Mr. Thoms.
"Allora, bando ai preliminari. Lei sa perché sono qui?", esordì Thoms.
"Certo che lo so. I suoi capi l'hanno mandata perché sono molto contrariati per quello che è successo a Neo-Tokyo 3, e vogliono accertarsi che il loro investimento sia al sicuro".
"Appunto. Lei Mr. McCoy, ci aveva assicurato che non ci sarebbero stati problemi, che gli Evangelio sarebbero stati i primi di una nuova armata, e invece sono andati distrutti entrambi. Ha idea di quanto abbiamo speso?"
"Certo", rispose McCoy con voce leggermente nervosa, che tra sé e sé pensava anche a come era finito in quella situazione.
Tutto era cominciato nel 1996: allora McCoy aveva appena iniziato a fare soldi, quando si comincia ad accarezzare sogni di ricchezza, si vuole sempre più denaro e l'uomo scoprì che uno dei commerci più redditizi era quello delle armi. Cominciò così a lavorare in quel campo, diventando in breve tempo uno dei fornitori più importanti del mercato nero. Quando avvenne il Second Impact, fu una catastrofe per tutti, ma non per quelli come McCoy.
Infatti per gente simile, il lungo periodo di guerre civili che seguì il disastro, fu una vera manna dal cielo.
L'uomo si arricchì sempre di più, ma non gli bastava mai, ne voleva ancora e ancora.
E fu nel 2003 che arrivò l'incontro destinato a cambiare la sua vita: in quel anno fu contattato da una misteriosa organizzazione che si faceva chiamare semplicemente "il Gruppo".
Nessun indizio su chi o dove fossero i suoi membri, sapeva solo che erano molto ricchi e potenti.
Quegli uomini sapevano qual era la vera causa del Second Impact, e sapevano anche che, in gran segreto, l'ONU stava costruendo delle armi per sconfiggere gli Angeli quando sarebbero tornati.
Ma erano interessati solo ad una di queste armi, comunque la più potente, che si tentava di realizzare in una installazione segreta situata sotto il lago Ashino, in Giappone.
Erano gli umanoidi artificiali Evangelion.
Il "Gruppo" voleva costruirli, non si sa per quale motivo, ma pur avendone i mezzi, intendeva farlo di nascosto, per timore di un'altra organizzazione chiamata Seele.
Fu per questo che ricorsero a McCoy: erano a conoscenza del fatto che lui, grazie al suo lavoro e ai suoi soldi, era in contatto con i maggiori fornitori di tecnologie avanzate.
Quindi era in grado di costruire gli Eva senza dare troppo nell'occhio, le azioni di uno si notano meno di quelle di molti, e nel caso fosse stato scoperto, solo lui ci sarebbe andato di mezzo, perché non sapeva nulla del suo mandante.
Lo avevano contattato, e in cambio di molto denaro, fecero sì che lavorasse per loro.
Restava il problema di procurarsi la materia prima necessaria per creare gli Eva, ma gli dissero di non preoccuparsi, gliela avrebbero data loro al momento giusto, lui doveva solo raccogliere i mezzi e gli uomini necessari, trovare il pilota e far sì che fosse tutto pronto per il momento in cui avrebbero iniziato la lavorazione.
E ci avrebbero pensato loro anche a sostenere le spese extra, cosa molto saggia, perché ben presto il patrimonio di McCoy si rivelò insufficiente da solo.
Quando poi arrivò il grande momento del collaudo contro gli Eva della Nerv, sembrava che tutto fosse andato bene.
Ma McCoy si era affidato ad un elemento instabile: il suo figlio adottivo Michael, che innamoratosi di uno dei piloti della Nerv, si era sacrificato per salvare il suo amore, distruggendo i due Evangelion.
Anni di lavoro e miliardi di dollari buttati al vento.
Invano McCoy aveva cercato di dare tutta la colpa a Michael, perché il "Gruppo" sapeva quali erano le responsabilità del ragazzo nell'accaduto, ma accusava lo stesso il patrigno di non averlo saputo controllare, di aver tradito la loro fiducia.
Ma gli impegni presi vanno portati a termine, e ora il "Gruppo" voleva che McCoy si procurasse per loro degli Evangelion, costi quel che costi.
In pratica era questo che Mr Thoms era venuto a dirgli.
"Capisco le difficoltà", riprese McCoy, "ma dovete capire che ormai non abbiamo più i mezzi per creare degli Evangelion. E non parlo solo della impossibilità di ripetere tale spesa, ma anche perché il campione di DNA dell'Eva-01 che mi avete procurato è ormai perso. Aveva già cominciato a degradarsi, e per un soffio siamo riusciti a clonare alcune cellule per creare gli Evangelion D e P".
"I suoi problemi, signor MaCoy, sono solo suoi. Lei ci ha garantito di poterci procurare degli Evangelion, le avevamo concesso la nostra fiducia, e invece è fallito tutto.
Ma noi non abbiamo rinunciato al nostro progetto, e quindi il suo lavoro non è finito".
McCoy non sapeva cosa rispondergli.
Thoms riprese: "Comunque, a parte il disastro finale, lei ha fatto un ottimo lavoro, e per questo abbiamo deciso di venirle incontro".
L'altro lo fissò sorpreso.
"Noi vogliamo degli Evangelion, quelli che lei aveva costruito per noi sono andati distrutti, ma esistono ancora degli Evangelion in questo mondo. Quelli della Nerv. Perciò, anche se inizialmente avevamo scartato questa idea perché rischiava di farci scoprire dalla Seele, ora sappiamo che tempi disperati richiedono misure disperate. Quindi, vogliamo che lei rubi gli Eva della Nerv per noi".
McCoy rimase di sasso: "C-come?! Dovrei rubare gli Evangelion situati a Neo-Tokyo 3!?"
"Esatto. Lei ci procuri quelli Evangelion, e noi, non solo l'aiuteremo ancora dandole ogni sostegno possibile per questa impresa, ma ci, diciamo, dimenticheremo degli sbagli che ha commesso. Le daremo anche il compenso deciso all'inizio della nostra collaborazione".
"M-ma come posso farlo…?"
"Il sistema deve trovarlo lei".
"Ma ammesso che riesca a penetrare nella base della Nerv, come farò a portarli via? Non posso certo caricarli su un camion!"
"Se ci riflette, capirà che c'è un'unica soluzione a questo problema".
McCoy rimase pensieroso per qualche secondo, poi esclamò: "Ma certo. Ora ho capito. E' quello l'unico modo!"

"Esatto. Vedo che ha intuito, signor McCoy".
view post Posted: 13/10/2013, 11:33 UQ Holder! - Manga/Anime
Dall'autore di Love Hina e Magister Negi Magi, ecco un nuovo fumetto con fantasy e avventura.

UQ-Holder

Questa nuova storia è ambientata in un mondo che da dieci anni ha scoperto ufficialmente l'esistenza della magia. Il protagonista della nostra vicenda si chiama Touta Konoe, un ragazzo allegro e spavaldo che vive in un paese di campagna, ed è fortemente affascinato dall'evoluzione che sta subendo il mondo grazie alla magia.
Tutto questo però appare assai lontano e remoto nel suo paese, fino a quando Touta non scopre che la sua maestra, e tutrice, sa utilizzare la magia.
Questo sarà l'inizio di grandi pericoli e di una grande avventura.
view post Posted: 13/10/2013, 11:14 Freezing Vibration - Manga/Anime
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Seguito della prima serie uscita nel 2011 e tratto dal manga sceneggiato dal coreano Lim Dall-Young.

Trama in sintesi: nel XXI secolo l'umanità è stata attaccata da misteriosi alieni extradimensionali chiamati Nova, e per combatterli sono stata create ragazze guerriere, le Pandora, i cui poteri provengono da tessuti Nova, le Stigmate, inseriti nei loro corpi. Tuttavia solo soggetti che mostrano compatibilità con le Stigmate possono diventare Pandora, che quindi non sono molto numerose, e davanti all'inasprirsi della guerra viene creato il progetto E-Pandora per dare tale compatibilità a tutte. La nuova serie verterà su questa parte della storia.

Il manga è un buon titolo di intrattenimento, con molto ritmo, combattimenti ben realizzati, giusta dose di suspense e tanto fan service (ma nella versione animata è molto più presente). Il primo anime era della stessa pasta, e sembra che lo stesso varrà anche per il nuovo titolo, di cui comunque è uscita solo la prima puntata.
Se siete in cerca di titoli fanta-action scacciapensieri, ma comunque con un minimo di trama, e non vi disturba (anzi :shifty: ) una grande dose di fan service, io ve lo consiglio.
view post Posted: 13/10/2013, 11:11 The end and the beginning - Eva Fan Fiction
Porca miseria, hai ragione! :coss: E dopo una rapida analisi, ho capito il perchè: The news arrivals l'avevo già pubblicato su un altro sito diversi mesi fa, e quando poi sono tornato qui non mi sono preoccupato di controllare perchè rammentavo di averlo postato, e lo avevo fatto, in effetti, ma altrove. :confusion:
Allora cancello questo capitolo, questo topic lo metto in pausa per quando sarà il momento giusto, e pubblico The news arrivals. Sorry per la svista. :disp:

Edited by Kiram - 14/10/2013, 14:29
view post Posted: 27/8/2013, 21:24 Rewriting of Evangelion - Requiem - Eva Fan Fiction
Molte grazie, sono contento allora di essere riuscito a fare più di quanto sperassi. :occhioni:
Strage? La prossima parte si chiamerà Apocalypse! Fai due conti. :gendo:
Tuttavia non so dire quando la pubblicherò, ma non preoccuparti, nel frattempo metterò altre mie FF di Evangelion. ;)
view post Posted: 27/8/2013, 14:09 Rewriting of Evangelion - Requiem - Eva Fan Fiction
Come sempre sono lieto che ti sia piaciuto. Ti sembra che Kaworu sia venuto bene? E' un personaggio affrontato poco perchè non ho mai saputo renderlo bene^^
Oh, non preoccuparti, lo sanno, sono professionisti. :gendo: E provederanno. :knife:
1221 replies since 17/9/2008