Accadde, settecentotrenta giorni or sono, che la più leggiadra delle amministratrici, la divina ed eccelsa Deirdre, si trovasse afflitta da grande disperazione, causata dalla prolungata mancanza di un additivo cui Ella era ormai assuefatta. L'asseza di tale sostanza, denominata da alcuni con il pragmatico appellativo di "Felix Felicis", da altri con un più familiare "Rei-chan", indusse la somma Deirdre a cimentarsi nel quantomai inusitato compito di scrivere una storia.
Protagonista di questo epico racconto era una soave fanciulla di nome Dei, la quale, attraversando un bosco fatato incontrò miriadi di curiosi folletti vestiti con neri mantelli ed armati di bacchette magiché non funzionanti. Tra di essi tuttavia si aggirava una adorabile ragazza dai biondi e serici capelli, tale Felicina, campionessa della nobile arte del jumpamento.
Le nostre due protagoniste iniziarono a conversare alquanto amabilmente: conversarono per ore, ed i giorni passarono, le settimane passarono, i mesi passarono, ed il loro amabile disquisire mai veniva meno.
Tuttavia esse compresero che quel bosco, per quanto fantastico e scintillante di arcobaleni luminosi [arcobaleni nel bosco OwO suvvia non poniamoci troppe domande] non avrebbe potuto contenere l'intera estensione della loro loquacità. Ma di cosa parlavano, vi chiedete voi? Ebbene, la risposta è semplice: le nostre squisite eroine disquisivano di una leggenda, una storia le cui origini si perdevano nei secoli, a proposito di un giovanotto che sarebbe diventato un eroe limitandosi a farsi chiamare baka da una coraggiosa e quanto mai fragile fanciulla dalla fluente chioma fulva.
Dei e Felicina allora si presero per mano e cercando il coraggio nei loro cuori oltrepassarono la soglia verso il mondo esterno [ma non era un bosco? OwO)].
Camminarono per mesi in solitudine, tuttavia mai persero la fiducia che le spingeva a cercare il luogo perfettofinché un giorno giunsero sulla riva del mare, ove fabbricarono una barchetta e si imbarcarono in un lungo viaggio attraverso le infinite acque dell'oceano.
Il mare a volte era piatto come una tavola, a volte impetuoso ma... giunsero finalmente sane e salve su di un'isola, verdeggiante, lussuriosa e ricca di frutta squisita, e lì si stabilirono. Costruirono una confortevole capanna ed accesero un fuocherello, poi iniziarono a scrivere sulla bianca sabbia la leggenda del fanciullo bakoso
Un bel giorno, mentre fissarono il limpido cielo, si avvidero di un curioso fenomeno: le fanciulle infatti osservarono una stella luminosa brillare in pieno giorno e divenire sempre più grande per poi venire a posarsi di fronte a loro in tutta la sua adorabile magnificenza.
E così fu che videro un angelo, l'angelo Puccio che con le sue ali le avvolse e rivelò loro di essere stato mandato da qualcuno molto in alto, qualcuno il cui compito era costruire il destino, e si pose al loro servizio. Dei e Felicina non poterono in alcun modo trattenersi dal fangirlare e a costringerlo a scrivere con loro sulla sabbia.
Il tempo passò, il mare portava delle pietre preziose che venivano gelosamente custodite nella solida capanna, che giorno dopo giorno si ingrandiva e si abbelliva.
Ma non era scritto nel destino dei fanciulli che dovessero rimanere da soli! Infatti in una sera stellata improvvisamente si udirono delle voci provenire dalla spiaggia, ed i tre fanciulli, allarmati, abbandonarono la loro cena e si attrezzarono con una curiosa arma rossa a due punte, dirigendosi verso la spiaggia.
E fu così che osservarono uno stupefacente avvenimento. Tenendosi per mano, tre creature sedevano pazienti sulla sabbia. Dissero di chiamarsi Chro, Cri e Berto, chiesero cibo e gli fu dato, chiesero acqua e gli fu data, chiesero asilo e gli fu donato amore. Ed i sei iniziarono a jumpare in stato di massimo gaudio, in lungo e in largo, percorrendo l'intera isola più e più volte.
Per qualche effetto misterioso, forse un miracolo, forse l'intervento di forze superiori, la notizia che su quell'isola si vivesse di solo jumpare e di storie sull'eroe baka si sparse per il globo, e giunsero lì decine e decine di giovani che volevano condividere quel mondo con tutti i seguaci delle avventure dell'eroe baka, coloro che da decenni cercavano qualcuno con cui condividere la propria conoscenza, ed i novizi che da poco vi si erano accostati.
La gioia che si leggeva negli occhi sbarluccicosi degli abitanti di quell'isola avrebbe potuto riscaldare anche il più glaciale dei cuori.
Quell'isola si chiamava Rebuild of Evangelion.
Deirdre, finita di scrivere la storia, posò la penna e compose il numero della neuro.
Fu così che Felix spuntò alle spalle di Deirdre dopo aver attraversato deserti e paludi e montagne la raggiunse come si conviene ad un fedele cassiliano, ed esibì un sorriso obliquo udendo le grida di disperazione degli infermieri della neuro attraverso il telefono.
Se siete resistiti sino a qui grazie, se pensate che sia malata... avete ragione XD
*fugge su un altro pianeta*
ma prima di fuggire ci sono alcune cose che vorrei dire...
grazie infinite a Felicina per aver ritoccato la storiella baka qui sopra con il suo stile aulico *_*
grazie mille a Wenth che aveva proposto di riscrivere il 5 maggio di Manzoni appiccicandoci sopra la storia del forum, se dopo 1 ora di tentennamenti non avessimo abbandonato non avrei mai scritto le cose qui sopra... il fatto che sia stato un bene o un male... non saprei dirlo XD
e poi..
un grazie infinito a Chro, Cri e Berto che sopportano le pazzie della sottoscritta, sappiate che senza di voi il forummino non sarebbe dove ora si trova
*li abbraccia*
e... si, non vi ho dimenticati XD
grazie a tutti voi utenti del RoE
ammirate tale opera Pucciosa di Puccio *_*
vi lovviamo
in alto i calici
...
il RoE compie 2 anni!!!
e ora.... scatenate il jumpamentooooo